Mitologia e simbolismo matriarcali

„Le ricerche hanno portato alla luce un paradigma della mitologia matriarcale che esiste nell’intera zona che in seguito verrà indoeuropeizzata, vale a dire in India, nella Persia, in Egitto, nell’intero Mediterraneo e in Europa. Questo paradigma contiene la struttura della Grande Dea nella sua tripla forma della fanciulla-donna-crona che regna nelle tre zone del mondo: cielo-terra-sottobosco. Le sue funzioni corrispondono dappertutto: è portatrice della luce (Dea Fanciulla), portatrice della vita e dell’amore (Dea Donna) e portatrice della morte e della rinascita (Dea Anziana). Nelle sue tre manifestazioni le vengono attribuite particolari simboli terrestri e cosmici, specifici animali sacri e oggetti magici, come per esempio l’arco e la freccia d’argento della Dea Fanciulla, la mela rossa dell’amore della Dea Donna, e il fuso e il filo del destino della Dea Anziana.

 

Il partner di questa Grande Dea triforme è il Sacro Re come Heros (greco). Con le sue forze non rappresenta la terra o il cosmo come la Dea (incorporata dalla sua sacerdotessa o dalla regina sacrale) ma rappresenta la Dea di fronte al popolo, ed è il rappresentante degli umani. Come gli esseri umani sono associati alla natura cosmica e terrestre, come parte di lei, così Heros è associato alla Dea. Attraverso di lei vive il destino umano: la nascita, l’iniziazione, il sacro matrimonio, il viaggio della morte per il sottobosco/l’altro mondo, e la rinascita felice o il ritorno. La vita e la morte non vengono considerate lineari ma cicliche, si generano infinitamente, alternandosi una all’altra: la morte dalla vita e la vita dalla morte.

 

Questa doppia struttura della mitologia matriarcale (la struttura della Dea e la struttura di Heros) non rappresentava uno schema rigido ma una drammaturgia in itinere che veniva celebrata nel corso di ogni ciclo annuale. In seguito alle stagioni si svolgevano le grandi feste di culto: con l’inizio della primavera l’iniziazione, il sacro matrimonio con l’inizio dell’estate, la discesa nel sottobosco con l’inizio dell’autunno, la rinascita/il ritorno con l’inizio dell’inverno. Queste feste si svolgevano in corrispondenza con le date più importanti dell’anno astronomico: i due equinozi e i solstizi. I resti di questo grande ciclo annuale matriarcale continuano a sopravvivere in varie forme nelle religioni patriarcali, come dimostrano per esempio le feste ricorrenti dell’anno liturgico.

 

Questa doppia struttura di base contiene la visione del mondo matriarcale; si tratta della struttura profonda dei tanti sistemi mitologici matriarcali diversi nelle zone culturali sopra nominate. Dalle culture matriarcali, la struttura profonda è giunta nelle fiabe magiche internazionali che non sono „fiabe“ ma miti matriarcali, sprofondati e diventati anonimi. Nonostante tutti i tentativi di reinterpretazione, distorsione, decomposizione, e nonostante la successiva incomprensione del contesto, la mitologia matriarcale traspare ancora nelle fiabe magiche internazionali.

 

 

Letture d’approfondimento:

Heide Göttner-Abendroth

Die Göttin und ihr Heros. Matriarchale Mythologie in Mythen, Märchen, Dichtung

Kohlhammer Verlag, Stuttgart 2011, erweiterte Neuerscheinung

Heide Göttner-Abendroth

Inanna. Gilgamesch. Isis. Rhea. Die großen Göttinnenmythen Sumers, Ägyptens und Griechenlands
Ulrike Helmer Verlag, Königstein 2004

Heide Göttner-Abendroth

Fee Morgane. Der Heilige Gral. Die großen Göttinnenmythen des keltischen Raumes
Ulrike Helmer Verlag, Königstein 2005

Heide Göttner-Abendroth:

Frau Holle. Das Feenvolk der Dolomiten
Ulrike Helmer Verlag, Königstein 2005